Il Presidente del Gruppo di AN in Consiglio Regionale Enzo Rivellini ha rilasciato la seguente dichiarazione: «Domani alle ore 11:30 all’hotel Mediterraneo promuovo un convegno dal titolo “Napoli città senza futuro: è colpa della baronie?”.
Allo stesso prenderanno parte il prof. Guido Trombetti, Rettore Università Studi Napoli Federico II, il prof. Giovanni Persico, Preside della Facoltà di Medicina Università Federico II, l’on. Paolo Cirino Pomicino, Presidente Associazione Campania Futura, l’avv. Giancarlo Lanna, Presidente Simest, il Dott. Claudio Velardi, Assessore regionale al Turismo. Il dibattito sarà moderato da Conchita Sannino, giornalista de La Repubblica.
Il confronto si preannuncia “esplosivo” per i partecipanti, per i contributi di autorevoli personalità che non possono partecipare per impegni già assunti in precedenza ma che hanno già espresso la propria posizione (Roberto De Simone, Mirella Barracco ed altri) e soprattutto per l’argomento che verrà trattato e che nessuno ha mai affrontato.
Nel ringraziare i partecipanti perché la loro presenza ad un convegno dal titolo così “pericoloso” dimostra profonda stima nei miei confronti, credo che domani forse per la prima volta si potrà discutere liberamente su una città che da sempre è malata per insopportabili baronie e privilegi e che è contraddistinta da una società civile, che naturalmente produce classe politica, classe dirigente negli ordini professionali, nelle università, nell’imprenditoria, ecc. e che forse è la vera ragione dei nostri problemi. Difatti questa è stata negli anni “fascista”, “comunista”, “laurina”, “pomiciniana”, “bassoliniana”, ecc. cambiando posizione così come cambia il vento, rifiutando qualsiasi discorso meritocratico e affidandosi unicamente alle appartenenze ed alle baronie.
Domani spero ci sia una forte auto-critica, ma anche interessanti spunti per cambiare rotta. Molti autorevolissimi esponenti della politica, dell’università e delle professioni mi hanno chiesto di intervenire e conoscendo l’abilità del moderatore credo che ne vedremo delle belle».
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