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venerdì 8 aprile 2011

La Consulta e il pacchetto sicurezza «Illegittimi i super poteri dei sindaci»


Bocciata la norma che consente di adottare ordinanze come quelle anti-lucciole o anti accattonaggio. Maroni: «Questione formale, rimedieremo con una legge»

MILANO - I "super poteri" di ordinanza offerti ai sindaci dal pacchetto sicurezza del governo Berlusconi, che dal 2008 ad oggi si sono tradotti in divieti anti-accattonaggio o anti-lucciole in numerose città d'Italia, sono illegittimi. Lo stabilisce la Consulta che, con la sentenza 115/2011, ha bocciato l'articolo 54, comma 4, del testo unico degli enti locali (decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267) come modificato dal decreto legge 92/2008. La norma permetti ai sindaci, in quanto ufficiali del governo, di adottare provvedimenti a «contenuto normativo ed efficacia a tempo indeterminato», per prevenire ed eliminare gravi pericoli che minacciano la sicurezza urbana, anche fuori dai casi di «contingibilità e urgenza». «Ritengo che la bocciatura del potere di ordinanza dei sindaci da parte della Corte costituzionale sia stato un errore» ha detto il ministro dell'Interno Roberto Maroni. Per il titolare del Viminale «si tratta di un fatto formale: ci vuole una legge e non un decreto amministrativo e noi rimedieremo per ripristinare questa norma importante» ha promesso.

LE REAZIONI - Pdl e la Lega giudicano inaccettabile l'ennesima «picconatura» dei giudici dell'Alta Corte al pacchetto sicurezza. Assai critica la presa di posizione del vicesindaco e assessore alla Sicurezza di Milano, Riccardo De Corato, secondo il quale «i giudici stanno facendo il gioco dei dieci piccoli indiani. E, a furia di picconate, stanno abbattendo tutte le impalcature che sostengono il pacchetto sicurezza». Contrario alla decisione della Consulta anche il sindaco di Verona, il leghista Flavio Tosi, che parla di «sentenza sbagliata». Una decisione che Giorgio Ciardi, delegato alla Sicurezza del sindaco Gianni Alemanno definisce come «uno schiaffo alla tutela del decoro e della legalità». «Il pronunciamento della Corte costituzionale sull'ampliamento del potere di ordinanza affidato ai sindaci contenuto nel pacchetto sicurezza del 2008 non lascia sorpresi» afferma invece Sergio Chiamparino, presidente della Associazione nazionale dei comuni italiani (Anci). «Se governo e maggioranza avessero ascoltato per tempo l'avvertimento dell'opposizione - è la posizione del Pd espressa con Gianclaudio Bressa - avrebbero fatto risparmiare tempo alla Consulta e denaro agli italiani».

GLI ARTICOLI VIOLATI - A sollevare la questione dinanzi alla Consulta è stato il Tar del Veneto, cui si è rivolta l'associazione «Razzismo stop» contro l'ordinanza anti-accattonaggio del sindaco di Selvazzano Dentro. I giudici costituzionali hanno ritenuto violati gli articoli 3, 23 e 97 della Costituzione che riguardano il principio di eguaglianza dei cittadini, la riserva di legge, il principio di legalità sostanziale in materia di sanzioni amministrative. Le ordinanze dei sindaci, così come previste dal pacchetto sicurezza - spiega la Corte Costituzionale - incidono «sulla sfera generale di libertà dei singoli e delle comunità amministrate, ponendo prescrizioni di comportamento, divieti, obblighi di fare e di non fare, che, pur indirizzati alla tutela di beni pubblici importanti, impongono comunque, in maggiore o minore misura, restrizioni ai soggetti considerati». Ma - sottolineano i giudici della Consulta - «la Costituzione italiana, ispirata ai principi fondamentali della legalità e della democraticità, richiede che nessuna prestazione, personale o patrimoniale, possa essere imposta, se non in base alla legge», così come previsto dall'art. 23 della Carta.


TRATTO DA WWW.CORRIERE.IT

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