Per un volantino impiccano una donna incinta.
Questo video mostra l'impiccagione di tre giovani oppositori del regime iraniano, fra cui una donna incinta.
"(...) la scena si svolge in Kuzhestan, nella sua capitale Ahwaz. Siamo nella regione dell'Iran a ridosso dell'Iraq meridionale. È abitata da arabi sciiti. C'è il 90% delle riserve petrolifere persiane. I bambini venivano lanciati senza armi su campi minati con una chiavetta di plastica al collo, avrebbe aperto loro il paradiso. Ora da quelle parti c'è un movimento di resistenza democratica e nazionalista: sono sciiti ma arabi, vorrebbero essere indipendenti o almeno liberi. La protesta parte dalle università, come a Teheran. Alcuni coraggiosi osano volantinare richieste di libertà, se la prendono con i mullah di Qom. (...)E la pena capitale è certa e viene praticata con riti di massa. Intanto procede, secondo antica tecnica staliniana, lo spostamento delle popolazioni.(...) Niente sembra preparare la morte, siamo in una festa di paese. Come se fosse un teatro e si aspettasse la star, ci si frega le mani, c'è un vocio allegro. Tra i notabili cinquantenni, dalle guance grasse, due fuscelli: sono ragazzi giovanissimi, avranno diciotto anni, coi calzoni scuri e la camicia di un bianco sporco, magri magri, le mani dietro la schiena, gli occhi chiusi. Ma ecco una ragazza, ha la pancia con le linee morbide, è incinta. (...) i ragazzi hanno le mani dietro la schiena, forse hanno la benedizione di morire subito: non si agitano più di tre secondi. Ma la ragazza vuole vivere, o forse è la creaturina dentro di lei. Sente battere i piedini nella pancia e allora li batte anche lei. La catena alle caviglie è larga, i calzoni neri sporgono da sotto la veste nera, ma i piedi sono bianchi. Due minuti batte i piedi. Com'è possibile questo orrore? (...) La ragazza è una «studentessa incinta e sposata». Hanno ucciso la madre e il bambino, perché «contro il nemico il Persiano non prova compassione né pietà, anche se è il feto che una donna ha in seno». Si firma Brother Nassar Ahmed Al Sheikh Khaz'al. Chiede una mano ai fratelli iracheni di Basra (zona sciita) perché aiutino a diffondere in tutto il mondo questo film e salga la protesta universale. Ci proviamo noi. Fate circolare questo film, non fatelo vedere ai bambini(...)"
Renato Farina
Da: LIBERO, oggi 9 dicembre anno Domini 2007
il sito dove poter scaricare il filmato di questa atrocità:
http://www.al-ahwaz.com/english/video/The_execution_of_three_Ahwazi_students.wmv
(se vuoi puoi scaricarlo, premendo il secondo tasto e facendo salva con nome)
Questo video lo mostriamo a tutte quelle femministe che hanno sfilato a Roma. Lo mostriamo a tutti quei pacifisti che manifestano solo contro l'America. Lo mostriamo a Beppe Grillo che polemizza su tutto, lo mostriamo a Roberto Benigni che si dichiara, davanti a dieci milioni di telespettatori, contro la pena di morte. Lo mostriamo ai giornalisti di Repubblica e Corriere che dedicano uno speciale di quattro pagine ogni volta che un uomo rischia di essere condannato, dalla giustizia americana. Questo video lo mostriamo ad Amnesty International che sembra si giri sempre dall'altra parte per non vedere i crimini, quando a commetterli, sono i nemici dell'America e d'Israele. Lo mostriamo a Greenpeace che è sempre pronta ad atti estremi tranne in questo caso che sembra scomparsa nel nulla. Lo mostriamo al governo pacifista, lo mostriamo a Bertinotti, a Diliberto, a tutti quei comunisti per la pace. Lo mostriamo a tutti quelli che, come questi, pur dichiarandosi sempre indignati, non spendono nemmeno una parola per questa giovane donna incinta impiccata dal regime iraniano sotto le urla di gioia.
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