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sabato 1 agosto 2009

DIARIO dagli States - 31 Luglio 2009


La Florida è quello stato degli USA dove, da un punto di vista meteorologico, l'inverno praticamente non esiste, e dove tutti gli americani ricchi si recano per sfuggire al freddo di New York o Chicago. Ciò è dovuto al fatto che la parte meridionale si trova appena a nord del Tropico del Cancro e alla, pressoché totale, assenza di montagne. Se, quindi, tale morfologia geografica rende l’intero paese molto temperato in inverno, potete immaginare a che picchi arrivi la temperatura in estate. Ebbene, in agosto in Florida si toccano tranquillamente i 40° e l’umidità a volte sfiora il 100%. Come ho già scritto in precedenza, quando si apre la porta di casa per uscire, sembra quasi di entrare in un forno. Anche perché tutte le abitazioni della Florida sono dotate di aria condizionata e tale condizione, da un lato, finisce per amplificare la relativa differenza di temperatura.
Mi è stato spiegato da alcuni esperti che: “è la risalita verso nord della ITCZ (Inter-Tropical Convergence Zone) a rendere particolarmente umida la stagione, con il contributo del forte riscaldamento delle acque del Golfo del Messico che forniscono vapore in quantità”. Comunque, in sostanza, la maggior parte dello stato ha un clima subtropicale umido. Ed anche Pensacola, su questo, non ne è da meno. Spesso capita di notare anche molti fulmini, che seguono le famosissime “tempeste pomeridiane”. E quando piove non è come dalle nostre parti, dove al massimo grandina. Qui, quando piove, fa paura, perché non si tratta mai della solita pioggerellina, ma sempre di un temporale subtropicale.
Dal primo giugno al 30 novembre, poi, è anche la stagione degli uragani. Ed anche a Pensacola sono ancora visibili i danni prodotti dall’Uragano Katrina, che forse è stato il più devastante degli ultimi secoli. Passò per Pensacola, investendo l’area delle spiagge, più nota come “Pensacola Beach” e si notano ancora i fusti degli alberi di Pino spezzati. Comunque, pur avendo la citta’ di Pensacola il clima equatoriale appena descritto, dove all’improvviso si scatenano uragani o grossi temporali, le istituzioni hanno predisposto un efficace sistema per far fronte a tali eventi. Vi sono siti internet ufficiali, dove è d’uso collegarsi per vedere l’evolversi di temporali o uragani. In caso di forte temporale con raffiche di vento oltre i 100 km all’ora, in ogni residenza privata suona un a sirena per invitare gli abitanti delle abitazioni a ricoverarsi in posti sicuri.
C’è anche un canale satellitare dedicato alle previsioni metereologi che, 24 ore su 24. Ed, in caso di pericolo uragano, si interrompono tutte le trasmissioni televisive, e compare il medesimo canale satellitare, con un telecronista che dà l’allarme. Anche il sistema di deflusso delle acque meteorite e’ impeccabile. Non si sono mai visti grossi allagamenti. Ci e’ un sistema di cunette che convoglia le acqua in grosse trincee scavate ai bordi delle strade, rifinite di Prato. Ebbene, come non pensare, in questo caso, a ciò che accade dalle nostre parti quando compare la prima pioggerellina? Ogni volta si contano danni consistenti sia nel centro città che nelle periferie. E ciò è dovuto sia a storiche mancate programmazioni in merito che ad una politica preventiva che – scusate il gioco di parole – fa acqua da tutte le parti. Infatti, esclusi pochi volontari, ed alcuni coraggiosi appartenenti alle forze di intervento, non v’è alcun sistema comunale efficace di pronto - intervento. Ma la cosa che più mi preoccupa è che, in occasione delle piogge più impegnative, i cittadini purtroppo sono indifesi ed abbandonati al proprio destino. Necessita quindi un programma efficace, teso a ripensare la geometria della città, al fine di evitare che ogni pioggia si calcolino continui danni per tutta la cittadinanza.
Quando piove però la situazione davvero grave la sopportano gli abitanti della periferia Nord, con il Sarno che straripa di frequente. Anche in tale versante della città non comprendo perché non si ci attivi al fine di evitare questo continuo scempio ambientale. Già in passato, ho avuto modo di sostenere, in virtù di un mio precedente incarico di consulente della Commissione Fiume Sarno, che il vero problema da risolvere è costituito dai sedimenti inquinanti presenti nel letto del Fiume Sarno. Infatti, secondo gli accertamenti della Commissione Parlamentare, nel Sarno vi sarebbero circa 1,8 milioni di mc di sedimenti fangosi ed inquinanti, che devono essere dragati e smaltiti. Questa operazione, tuttavia, a causa dell’elevato costo economico, non ha ancora trovato piena efficacia. Ed i depuratori servono solo a ripulire le acque proveniente dai 39 comuni, che poi vengono immesse nel fiume e vengono a contatto con i sedimenti fangosi giacenti sul fondo, che però esercitano una nuova azione inquinante sulle stesse.
Pertanto, non capisco come potrà mai diventare balneabile il mare stabiese, quando i predetti sedimenti inquinanti sono ancora al loro posto e continuano ad esplicare tutti i loro effetti pregiudizievoli nel mare antistante la costa stabiese. Inoltre, il mancato dragaggio dei sedimenti inquinanti potrebbe comportare anche pericoli di gravi inondazioni, quando le acque del fiume aumenteranno la portata in conseguenza delle immissioni dei collettori fognari dei 39 comuni. Già in Commissione furono posti notevoli problemi di sicurezza nel momento in cui la portata delle acque del Fiume aumenterà senza che sia effettuato alcun dragaggio del materiale sedimentato. Ed infatti, premesso che già oggi una piccola pioggerellina è capace di allagare la zona prospiciente al Sarno, pensate cosa potrebbe succedere quando le già pericolse acque del fiume dovranno ospitare anche quelle di altri 39 comuni.
A mio avviso potrebbe verificarsi una vera e propria sciagura. E credo che il sindaco che verrà, dovrà battersi con il governo e – se necessario – dovrà anche avere il coltello tra i denti affinché siano dragati tutti i sedimenti presenti nel fiume. Tale soluzione comporterà non solo una diminuzione dei pericoli per gli abitanti della periferia Nord ma anche un mare finalmente balneabile.


Antonio Sicignano – from Pensacola (Florida)








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