In questi giorni si è parlato molto di "privatizzazione dell'acqua" con riferimento all’art.15 del decreto legge 135/2009 approvato definitivamente dal Parlamento il 19 novembre e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 24 novembre.
In realtà, la nuova norma non contiene la riforma dei servizi pubblici locali di rilevanza economica, ma modifica solo alcune parti dell'art.23 bis del decreto legge 112/2008 convertito in legge n.133/2008. E' infatti nel decreto dell'anno scorso che la riforma dei servizi pubblici locali di rilevanza economica è contemplata.
La fornitura dell'acqua o l'energia elettrica, la raccolta dei rifiuti e il trasporto pubblico così come le farmacie comunali sono alcuni dei servizi pubblici locali che rientrano nella categoria di rilevanza economica. Per alcuni di essi però esistono delle normative di settore e quindi sono esclusi dalla riforma del 2008. Proprio questa diversa regolamentazione - ad esempio del servizio di fornitura dell'energia elettrica - ha reso necessaria la modifica dell'art.23bis.
Già la riforma - in vigore dall'anno scorso - sulla questione molto dibattuta nei giorni scorsi della proprietà dei servizi idrici (comma 5 art.23 bis decreto legge 112/2008) afferma che “la proprietà delle reti deve essere pubblica" e prevede che solo "la loro gestione possa essere affidata a soggetti privati".
La legge del 2008 distingue la proprietà dalla gestione che ora - per effetto dell'art.15 del decreto 135/2009 - deve diventare laddove ancora non lo è mista pubblico-privato e l'affidamento al privato deve avvenire tramite gara pubblica.
''Si è parlato strumentalmente di privatizzazione dell'acqua" ha dichiarato il ministro per le Politiche europee, Andrea Ronchi, nel corso di una conferenza stampa convocata dopo il via libera definitivo al decreto legge 135/2009. "L'acqua è, resta e sarà pubblica: non è privatizzabile e l'art. 15 del decreto rafforza questo principio'' ha aggiunto il ministro prima di dare la parola al ministro per gli Affari regionali Raffaele Fitto che ha illustrato il percorso di attuazione della riforma dei servizi pubblici locali.
Il ministro Fitto ha garantito che entro la fine dell'anno sarà varato il decreto attuativo che dovrà sciogliere alcuni nodi come il meccanismo delle gare, indispensabile strumento di trasparenza che tutela la concorrenza e migliora l'efficienza dei servizi e se istituire o no una apposita autorità di garanzia per i servizi idrici.
Fitto rispondendo in conferenza stampa a chi paventava un rialzo delle tariffe sull'acqua a seguito della presunta privatizzazione ha affermato ''i rischi sulla tariffa non sono un rischio futuro, ma la fotografia dell'esistente, se è vero che esistono differenze tra regione e regione e spesso si paga di più dove il servizio è più carente. La gestione dei servizi idrici - ha spiegato il ministro - avverrà per il tramite di gare, che devono essere attivate, a cui potranno partecipare sia le società private che pubbliche a condizione che si attivi un meccanismo di concorrenza che va solo a beneficio dei cittadini.''
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