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martedì 9 febbraio 2010

«Castellammare? L’ultima città bolscevica!»


Sicignano (Pdl): «siamo rimasti 20 anni indietro. Bisogna recuperare il tempo perduto e creare nuove opportunità lavorative. E si può fare ciò solo incentivando la piccola e media impresa»

CASTELLAMMARE DI STABIA. «Oramai i fatti comprovano abbondantemente le nostre preoccupazioni: in tutto il mondo siamo rimasti l’ultima città bolscevica» è quanto scrive sul proprio blog internet Antonio Sicignano, consigliere comunale del Pdl e vicepresidente regionale dei Circoli della Libertà della Campania, in relazione agli ultimi avvenimenti stabiesi. «Dalle nostre parti si combattono gli imprenditori e li si accusano di essere speculatori; si contestano le forze dell’ordine che intervengono per liberare una strada occupata da alcuni scioperanti; si invocano gli “organi giudiziari” contro chi, in consiglio comunale, vota contro la maggioranza; si impongono oneri sulla proprietà privata, sopravvalutando in maniera eccessiva e sproporzionata il diritto dei soci delle Cooperative edilizie».

«Probabilmente nemmeno durante il bolscevismo – aggiunge Sicignano - si arrivava a tanto. Ma, quello che più conta è che nel 1989 il Muro di Berlino è caduto e nessuno da queste parti sembra essersene accorto. La nostra città è rimasta 20 anni indietro rispetto alle altre. Ulteriori testimonianze? la grave crisi occupazione e l’evidente degrado, che assomiglia molto a quello che si viveva nell’URRS».

Ecco la ricetta di Sicignano per il futuro. «Bisogna recuperare il tempo perduto e creare nuove opportunità lavorative. E si può fare ciò solo incentivando la piccola e media impresa. Sia ben chiaro: anche a me piacerebbe una maggiore uguaglianza sociale, con stipendi gratis per tutti. Ma la realtà è diversa e chi governa non può rincorrere le utopie. E' inutile raccontarci frottole, se vogliamo creare nuovi posti di lavoro dobbiamo dialogare con la piccola impresa e convincerla ad investire.

Conclude Sicignano: «Un governo cittadino che chiama speculatori quei pochi piccoli imprenditori che, nonostante la camorra ed il degrado evidente, investono ancora a Castellammare è un fatto non grave, ma gravissimo».

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