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mercoledì 24 novembre 2010

Immigrazione Clandestina - “bene lo sgombero dell’ex Casa del Fascio, ora però si parta con il censimento degli irregolari presenti nei quartieri”


Bene, l’operazione di contrasto all’immigrazione clandestina condotta, in data odierna, dagli uomini della Polizia Municipale di Castellammare di Stabia, i quali hanno sgomberato dall’ex Casa del Fascio alcuni extracomunitari, che avevano occupato l’edificio pubblico in maniera abusiva.

Ciò dimostra,ancora una volta, che quando abbiamo lanciato l’allarme sicurezza, in merito alla accresciuta presenza sul suolo cittadino di extracomunitari ed immigrati irregolari, poco avvezzi al rispetto della legge e delle regole cittadine, ci abbiamo visto giusto.

A questo punto, però, si rileva - a nostro avviso - doveroso e necessario procedere così come abbiamo proposto noi nei giorni scorsi: ovvero con il censimento della popolazione extracomunitaria e degli immigrati irregolari che stazionano in alcuni quartieri cittadini, tra cui il centro antico.

Voglio ricordare che essa non è affatto una misura frutto di intolleranza, ma uno strumento necessario per tutelare soprattutto gli stranieri che vivono in queste situazioni di degrado, ed in particolare i minori, affinché siano tolti dalla clandestinità e dall'ombra, ed affinché sia dato loro un futuro.

Allo stesso tempo è necessario togliere dall’ombra quegli extracomunitari disperati e violenti, che rischiano di finire nei circuiti criminali o alle dipendenze della Camorra

Sia ben chiaro il censimento non è una cosa che ci siamo inventati noi, ma si tratta di una misura già adottata con successo in altre città ed in ambito nazionale dal Ministro Maroni, il quale nel 2008 ricorse a tale strumento per risolvere l’emergenza “Rom”. In tale occasione fu, infatti, dato mandato ai prefetti di Roma, Milano e Napoli, di effettuare un censimento negli insediamenti “Rom” delle tre città.

Ebbene, nessuno fu deportato, espatriato o arrestato, ma fu solo redatto un importantissimo rapporto dettagliato, che poi fu consegnato al ministro dell’Interno, che agì di conseguenza, sulla base di documenti concreti

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