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domenica 21 novembre 2010

"La mia attenzione verso i diritti dei più deboli, ancorché extracomunitari o irregolari, è sempre stata, e sempre sarà, massima"


La mia proposta di agire, con misure forti, al fine di combattere l’emergenza extracomunitari ed immigrati irregolari, che invadono alcuni quartieri della città, ha suscitato - come è giusto che sia - alcune polemiche.

E', pertanto, opportuno chiarire che la mia attenzione verso i diritti dei più deboli, ancorché extracomunitari o irregolari, è sempre stata, e sempre sarà, massima; stesso discorso vale per tutto ciò che serve a combattere la Camorra, che per me ha una attenzione prioritaria su tutto.

Per cui, pur rispettando ed apprezzando le opinioni diverse di altri autorevoli esponenti, noi andiamo avanti, e a questo punto chiediamo che intervenga l’Amministrazione Comunale.

Siamo consapevoli, però, che si tratta di un problema molto complesso, con riferimento al quale è giusto ed opportuno discutere abbondantemente con tutte le forze politiche e con gli altri autorevoli rappresentanti politici intervenuti.

Tuttavia, il censimento degli immigrati extracomuunitari ed irregolari che noi abbiamo proposto per evitare che alcuni quartieri, ed in particolare il centro antico, diventino più simili ad una casbah che ad altro, è, allo stato attuale, un provvedimento necessario ed irrinunciabile

Essa non è affatto una misura frutto di intolleranza, ma uno strumento necessario per tutelare soprattutto gli stranieri che vivono in queste situazioni di degrado, ed in particolare i minori, affinché siano tolti dalla clandestinità e dall'ombra, ed affinché sia dato loro un futuro.

Allo stesso tempo è necessario togliere dall’ombra quegli extracomunitari disperati e violenti, che rischiano di finire nei circuiti criminali o alle dipendenze della Camorra

Sia ben chiaro il censimento non è una cosa che ci siamo inventati noi, ma si tratta di una misura già adottata con successo in altre città ed in ambito nazionale dal Ministro Maroni, il quale nel 2008 ricorse a tale strumento per risolvere l’emergenza “Rom

In tale occasione fu, infatti, dato mandato ai prefetti di Roma, Milano e Napoli, di effettuare un censimento negli insediamenti “Rom” delle tre città.

Ebbene, nessuno fu deportato, espatriato o arrestato, ma fu solo redatto un importantissimo rapporto dettagliato, che poi fu consegnato al ministro dell’Interno, che agì di conseguenza, sulla base di documenti concreti

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