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mercoledì 17 agosto 2011

Editoriale – Grazie Fra Modestino

E' scomparso, domenica pomeriggio, all'età di 94 anni un cittadino onorario di stabia. Era conosciuto come Frà Modestino da Pietrelcina, al secolo Damiano Fucci, ed era un frate minore cappuccino che ha avuto il privilegio di intrattenere un particolare rapporto filiale con San Pio da Pietrelcina.

Fra Modestino era non solo un confratello di San Pio ma anche un suo compaesano – si narra in particolare la madre del frate cappuccino era coetanea e vicina di casa di Francesco Forgione, il futuro San Pio – ed ha vissuto accanto al Santo per oltre 28 anni, fino a ricevere da Quest'ultimo, in punto di morte, l'onere e l’onore di portare a termine una parte della sua missione.

San Pio gli donò infatti il suo crocifisso e gli disse che doveva celebrare ogni giorno il rosario in un determinato orario in concomitanza con tutti i rosari del mondo. Fra Modestino, inoltre, possedeva un guanto di padre Pio, che come reliquia la faceva toccare ai pellegrini ed è stato anche testimone nella causa di beatificazione di padre Pio. Ogni giorno riceveva nella portineria del convento di San Giovanni Rotondo tantissime persone e ascoltava tutto ciò che la gente gli diceva.

Possedeva infatti uno straordinario dono: ovvero quello di regalare ad ogni suo visitatore anche solo una parola o una frase, tesa a volte ad apparire anche come profetica, e che sempre aveva la finalità di alleviare le sofferenze di coloro che si rivolgevano a lui a porre i più disparati quesiti e che solo lui sapeva come governare.

In virtù di questa sua capacità, Egli aveva donato la propria vita all’aiuto degli altri, e la cosa incredibile era che, nonostante avesse mille risposte ai mille perché che affannano la nostra mente, non era un uomo colto; non ha avuto la possibilità di intraprendere gli studi di teologia, ma qualunque quesito gli si poneva, con una innata semplicità rispondeva in maniera limpida, senza fraseggi e proposizioni, ma con una frase schietta chiariva in maniera repentina il problema in questione.

Ho conosciuto Frà Modestino, oltre dieci anni or sono, sulle Terme di Stabia, dove io svolgevo l’incarico di Consigliere di Amministrazione, e dove Fra Modestino era solito recarsi per alleviare i tanti dolori che lo perseguitavano. Appena lo vidi, capii subito che Fra Modestino era un uomo speciale, era, in particolare, un uomo buono, semplice, onesto e schietto.

Ed anche sulle Terme ogni sua visita era accompagnata da una schiera di persona che volevano parlarci, ed a costoro Fra Modestino non faceva mai mancare il proprio aiuto. E, se solo si pensa che, nel suo convento di san Giovanni Rotondo a volte Ministri della Repubblica e comuni cittadini facevano file di ore ed ore per parlarci, si comprende benissimo il regalo che abbiamo avuto noi a Castellammare, quando lo potevamo ospitare.

Fu solo grazie a lui, infatti, ed alla sua straordinaria partecipazione, che riuscimmo ad organizzare sulle Terme di Stabia una serata di beneficenza, tenuta il 13 settembre 2001, denominata “Un Sorso per la Vita”, che consentì un notevole afflusso di pubblico con un incasso di oltre venti milioni di vecchie lire, i quali furono inviati alle suore Gerardine di Sant’Antonio Abate, che operano nel Benin, per la costruzione di un pozzo di acqua al servizio di un orfanotrofio.

Per ringraziarlo di ciò, dopo qualche anno, unitamente a tutti i consiglieri comunali, di maggioranza e opposizione, decidemmo di conferire a Fra Modestino la cittadinanza onoraria stabiese. Pertanto, nel mentre organizzavamo la cerimonia, a cui fui delegato dall’allora presidente del consiglio, Domenico Cioffi, scoprì delle vicende veramente straordinarie, che definire coincidenze è estremamente riduttivo.

Ed infatti, venni a conoscenza che il Benin, regione in cui poi è stato edificato il pozzo, era una delle regioni africane che più stava a cuore a San Pio di Pietrelcina; è nel Benin infatti che si sono registrate le più numerose apparizioni di San Pio e tanti miracoli conseguenti.

Inoltre, venni a conoscenza che, ad appena pochi chilometri da dove è stato edificato il pozzo, si trova “la Casa Sollievo della Sofferenza 2”, ovvero un ospedale non solo omonimo del più noto ospedale di San Giovanni Rotondo, ma anche esso nato, secondo le cronache locali, per intercessione del santo, proprio come è accaduto in Puglia.

Fu a questo punto, allora, che compresi il perché Frà Modestino, che non partecipa mai ad eventi, specie quelli mondani, aveva invece subito accettato le nostre pressanti richieste, finalizzate ad affiancare il suo nome all’evento, al fine di vendere più biglietti possibile. Disse subito di si e non mi si parli di coincidenze, perché quando si ci confronta con questi straordinari uomini sono le coincidenze a non esistere.

Soprattutto per questo motivo, quindi, il 20 febbraio 2003 Frà Modestino divenne cittadino onorario della nostra città. E credo che di ciò tutti gli stabiesi debbano andarne orgogliosi. Anche perché se si studia la storia, sia di San Pio che di Frà Modestino, si comprende che entrambi presentano un legame inscindibile con il territorio, in particolare con il loro paese nativo, Pietrelcina.

Pertanto, se in questo collegamento territoriale, che unisce San Pio a Frà Modestino, può inserirsi, ancorché in chiave secondaria e onoraria la nostra città, c’è da vantarsene e da essere fiduciosi. Spero quindi che le Autorità Politiche stabiesi vogliano ricordare la figura di Fra Modestino secondo i canali ufficiali, con i dovuti onori che merita.

Io Ringrazio Dio per avere avuto il piacere di conoscerlo e per aver legato Fra Modestino alla nostra città ed alle Terme Di Stabia. Ma un grazie lo devo soprattutto a Te Frà Modestino, per tutto ciò che hai fatto per noi. E lo faccio da consigliere comunale, da cittadino e da cattolico. Grazie

ANTONIO SICIGNANO

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