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venerdì 7 agosto 2009

L’intervista Il responsabile del Viminale. Via alle ronde



«Stop ai critici di professione. Interverremo sul ghetto di Milano»

ROMA — Alla vigilia del d-day — dal­l’ 8 agosto sono vigenti il reato di immigra­zione clandestina e il regolamento sulle ronde — il ministro dell’Interno fa i conti con quelli che lui stesso definisce «i criti­coni di professione». E rispedisce al mit­tente le accuse, tra cui anche quelle dei ministri Scajola e Bondi, sulla sanatoria troppo stretta per badanti e colf: «Non se ne parla di allargare la regolarizzazione». Poi Roberto Maroni — che annuncia pure l’abbassamento dell’età minima necessa­ria per entrare nelle ronde: «Da 25 a 18 anni, con l’eccezione del caporonda» — ironizza sul sindaco di Roma, Gianni Ale­manno. «Dice che non gli piacciono ma poi annuncia che le farà... In ogni caso, per le ronde dovrà adeguarsi al nostro re­golamento ». Il responsabile del Viminale risponde, infine, al primo cittadino di Mi­lano, Letizia Moratti, sulla richiesta di aiu­to per il ghetto di viale Fulvio Testi, alla Bicocca: «Interverremo, ho già parlato con il prefetto».

Ministro, non è preoccupato per gli effetti che avrà l’introduzione del reato di clandestinità, novità dirompente del ddl sicurezza...
«Non sono d’accordo. La novità più im­portante del ddl sicurezza consiste nel­l’obbligo di denuncia da parte delle impre­se per i tentativi di estorsione subiti: la sanzione è la perdita degli appalti per 3 anni. Una rivoluzione, nella lotta alla ma­fia, voluta anche dalle associazioni anti­racket e da Confindustria Sicilia».
Maroni eppure, è il reato di clandestinità a fa­re la differenza. Non è preoccupato per l’impatto su questure e tribunali?
«No, non sono preoccupato per un so­lo motivo. Nonostante le critiche piovute da chi lo fa di professione, mi posso van­tare perché fin qui il pacchetto sicurezza ha contribuito a far diminuire i reati del­l’ 8% nel 2008 (dati Sole 24 ore , ndr ) a di­mostrazione che ci avevamo visto giusto. E anche su Lampedusa posso vantarmi di aver fermato i flussi di immigrazione clan­destina dalla Libia. E questi sono due ri­sultati concreti dell’azione di governo do­vuti a provvedimenti anche forti, non lo nego, mentre dall’altra parte sono venute solo chiacchiere di cui non mi curo».

Ma ora come vivrà quel «popolo di pa­nettieri, muratori, mungitori» che ri­schia la denuncia penale per la perma­nenza clandestina in Italia?
«I casi citati cosa rappresentano? Sono lavoratori in nero, clandestini, che non possono essere regolarizzati. Già prima dell’8 agosto questa gente poteva essere denunciata così come può essere denun­ciato il datore di lavoro. Dall’8 di agosto cambia la procedura: possono essere de­nunciati ed espulsi più facilmente senza alcun appesantimento burocratico — sen­za andare in carcere, vorrei ricordare — grazie al coinvolgimento diretto del giudi­ce di pace».

Scajola e Bondi hanno detto che sarà Berlusconi a decidere se estendere la re­golarizzazione per colf e badanti. La chiusura della Lega è totale?
«Non se ne parla. Il motivo che ci ha spinto a fare una regolarizzazione per colf e badanti — al contrario di quanto sostie­ne Scajola — non parte dall’assunto che queste siano tutte clandestine. Parte, inve­ce, dal presupposto che i loro datori di la­voro, le famiglie, meritino un supporto particolare da parte del governo. Perché sono persone speciali: anziani, non auto­sufficienti, disabili che spesso hanno biso­gno di queste assistenti. Lo stesso stato di bisogno non c’è per le imprese. Quella sì, sarebbe un’ignobile sanatoria...».

Che succede ad una colf irregolare se viene fermata tra l’8 agosto e il 1˚set­tembre?
«Niente. Abbiamo dato istruzioni preci­se per svolgere gli accertamenti e non de­nunciare chi effettivamente può dimo­strare di fare la colf. Avrei preferito parti­re contestualmente ma ci sono problemi organizzativi».

Le imprese reclamano il decreto flus­si per il 2009. Si farà?
«Abbiamo deciso di non farlo perché gli imprenditori reclamano i flussi men­tre licenziano e mettono in cassa integra­zione. Quanti sono gli extracomunitari che se ne stanno andando spontaneamen­te perché perdono il posto?».

Il sindaco Moratti, ha chiesto al pre­fetto interventi più energici per mettere sotto controllo il ghetto di viale Fulvio Testi. Cosa farà il Viminale?
«Ho parlato con la Moratti e quando un sindaco mi chiede aiuto io lo ascolto sem­pre. Dall’anno scorso abbiamo attuato un sistema di sicurezza federalista che sta funzionando molto bene, con i sindaci che agiscono fin dove possono grazie alla polizia locale. Poi arriviamo noi, per le si­tuazioni difficili».

Bicocca, Idroscalo di Roma, ghetti metropolitani, più che le ronde servono i corpi spe­ciali.
«Sì, infatti. Le ronde han­no una funzione diversa, non risolvono mica le situa­zioni di crisi. Un anno fa, a Milano, siamo intervenuti su richiesta del sindaco per affrontare il problema di viale Jenner. Adesso mi vie­ne segnalata questa altra si­tuazione, ho già parlato con il prefetto per capire cosa si debba fare».

Perché tante critiche sul­le ronde?
«Ci sono molti equivoci. Abbiamo monitorato un fe­nomeno diffuso e per que­sto abbiamo deciso di rego­larizzarlo, dando ai sindaci la possibilità, se lo voglio­no, di organizzare queste at­tività. Respingo quindi al mittente le critiche, in parti­colare quelle di alcuni sin­dacalisti della polizia che mi hanno ferito».

L’associazione funzionari di polizia ha detto: «Attenzione ai titolari di porto d’arma». Sbaglia?
«I criticoni di turno sbagliano quando dicono che bisogna lasciare tutto come è adesso. Il decreto non crea le ronde, le re­golamenta » .

Il «Secolo d’Italia» sta martellando sull’«inutilità delle ronde».
« Il Secolo , inspiegabilmente, è tra i giornali che ha criticato più degli altri le misure del pacchetto sicurezza».

Per Alessandro Campi di «Farefutu­ro », la fondazione di Fini, le ronde sono un inutile regalo alla Lega.
«Ho letto, e mi sembra una evidente sciocchezza».

Anche Alemanno non è entusiasta.
«Mi diverte la sua posizione perché di­ce: 'Non facciamo le ronde ma facciamo le ronde...'. Però le ronde buone sono le mie perché dall’8 di agosto, se lui le vuole a Roma, può solo seguire le procedure che noi abbiamo stabilito. Non ci sono ronde buone o ronde cattive: ci sono o non ci sono».

Accanto al ministero della Giustizia, un’auto dei carabinieri è stata assaltata da un gruppo di che voleva liberare un amico fermato. È un segnale grave?
«È la dimostrazione che la battaglia per affermare il principio di legalità non è an­cora stata vinta, totalmente».

Dino Martirano
07 agosto 2009
Tratto da www.corriere.it

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