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martedì 4 agosto 2009

Spiagge balneabili, la Campania è quella che sta peggio in Italia


Ministero della Salute, la regione campana è la «maglia nera» con l'80% di arenili balneabili (a Caserta il 34%) Il Cilento ha le spiagge più balneabili della Campania

NAPOLI - Chi ha deciso di passare le vacanze al mare può restare in Italia. Non solo perché il nostro è lo Stato europeo con il maggior numero di spiagge, ma anche e soprattutto perché il 96% di queste é balneabile. A confermare il trend positivo è il rapporto «Acque di balneazione 2009», diffuso sul sito del ministero della Salute.
I risultati del rapporto evidenziano che dei 5175 chilometri di costa sottoposti a controllo sui 7375 chilometri di costa italiana, ben 4969 chilometri sono balneabili, pari appunto al 96 %. I restanti 2200 chilometri non sono considerati balneabili perché non accessibili al monitoraggio o perché porti o foci di fiumi. Le regioni che si comportano meglio sono Basilicata, Molise ed Emilia Romagna le cui spiagge sono balneabili al 100%, seguite da Sardegna (99,9%), Toscana (99,8%) e Marche (99,2%). Bene anche Sicilia e Puglia con, rispettivamente, il 98,8% e il 98% di coste balneabili. In fondo alla classifica si trovano invece il Veneto (89,8%) e la Campania (80,8%) che tra le sue province annovera Caserta con solo il 34,1% di coste balneabili, il numero più basso in tutta Italia.
In oltre la metà delle province costiere controllate, infatti, il 100% della costa è balneabile e in ben 37 province la balneabilità è superiore alla media nazionale del 96%. Soltanto in 5 province la media è inferiore al 90%, pari a circa 106,8 chilometri di costa inquinata e di questi 28,7 sono in provincia di Caserta. In ogni caso, la situazione italiana è più che buona ed è nettamente migliorata negli anni: si è passati dall'81,3% nel 1990 al 91,9% nel 2008 per la conformità ai valori guida delle acque marine di balneazione. L'inquinamento, spiega infine il rapporto, è in larghissima parte dovuto ad inquinanti biologici: i coliformi (totali e fecali), gli streptococchi e le salmonelle motivano l'84% delle interdizioni alla balneazione, mentre la restante parte e' dovuta ad inquinamento chimico e fisico.


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