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mercoledì 14 aprile 2010

VI anniversario della morte di Quattrocchi - La lettera


Sindaco di Castellammare di Stabia

On. Luigi Bobbio

Ill.mo Sig. Sindaco,

era il 14 aprile 2004 quando il giovane italiano, Fabrizio Quattrocchi, dopo essere stato rapito in Iraq, fu ucciso da alcuni terroristi del gruppo "Falangi Verdi di Maometto".

Come tutti sanno, all’atto della morte Quattrocchi sfidò i terroristi pronunciando la celebre frase: "Adesso vi faccio vedere come muore un italiano".

Per ciò, con decreto del 13 marzo 2006, il Capo dello Stato, Carlo Azeglio Ciampi, conferì a Fabrizio Quattrocchi la medaglia d'oro al valor civile perché “con eccezionale coraggio ed esemplare amor di Patria, affrontava la barbara esecuzione, tenendo alto il prestigio e l'onore del suo Paese”.

Oggi, 14 aprile 2010, nel giorno del sesto anniversario della sua morte ritengo doveroso che anche le più alte Istituzioni della città di Castellammare condividano una mia battaglia, che porto avanti da tempo, e tributino finalmente al ricordo di Fabrizio Quattrocchi una strada cittadina.

Ed infatti, come sicuramente saprà, nei mesi scorsi, come CDL STABIESE, siamo scesi in piazza, più volte, al fine di raccogliere firme per una petizione da indirizzare all’amministrazione comunale stabiese, avente come oggetto la richiesta citata.

Ebbene, fu un successo inaspettato, che non fa altro che dimostrare il grande attaccamento ed interesse dei nostri concittadini verso la storia di questo nostro grande eroe, che ha esaltato i valori di amor patrio e di attaccamento alle istituzioni.

Dopo quei momenti ho avuto la fortuna di contattare anche Graziella Quattrocchi, sorella di Fabrizio e presidente di una fondazione in suo nome, e alcuni ex ostaggi come Maurizio Agliana, che mi rappresentarono la loro condivisione della nostra battaglia.

Una battaglia che – sia ben chiaro - non ha nulla di ideologico, avendo chiarito, oramai, qualora ce ne fosse ancora bisogno, la Magistratura Competente (cfr. Procura di Genova – richiesta di archiviazione dell’ottobre 2009), che “Quattrocchi non era un mercenario ma un bodyguard”.

La memoria di Fabrizio Quattrocchi ha già subito troppi torti a causa delle ideologie politiche e dedicare una strada a lui non significa offendere nessun altro nostro eroe, morto anch’egli per difendere la nostra patria.

Quattrocchi, come altri nostri defunti, è un simbolo di amore verso la patria ed un esempio di coraggio.

All’atto della morte, Egli avrebbe potuto maledire la propria nazionalità, che infondo lui sapeva essere la vera motivazione del suo assassinio, ed invece ebbe il coraggio di sfidare i suoi aguzzini esaltando l’orgoglio della sua nazione.

Fu quella una grande sconfitta per i “Terroristi”, i quali, come è noto, sono soliti realizzare le loro losche finalità, alimentando strumentalmente e mediaticamente la nascita di un clima di terrore o di paura generalizzata.

In quell’occasione, grazie al valoroso gesto di Quattrocchi, i “Terroristi” furono sconfitti ancor prima di iniziare, perché la morte di Quattrocchi non determinò la nascita di terrore, ma l’emergere dell’orgoglio di un paese, che non è solito abbassare la testa.

Guardando il video di Quattrocchi, sono sicuro di intravedere nel suo gesto, la consapevolezza di tutto ciò: Quattrocchi aveva capito che nulla avrebbe salvato la sua vita ed allora fece in modo che la sua morte non servisse agli scopi dei “Terroristi” e sapeva che tutto ciò poteva avvenire solo invocando l’orgoglio di una Nazione, che in questi momenti non può far trionfare il terrore.

Per questi motivi, Le chiedo di attivare tutte le procedure, finalizzate ad intestare una pubblica strada alla memoria del nostro valoroso concittadino italiano, medaglia d’oro al valor civile, Fabrizio Quattrocchi.

Con Distinzione.

Castellammare di Stabia, lì 14/04/2010

Antonio Sicignano

1 commento:

Anonimo ha detto...

Bravo Sicignano, dimostri un grande senso civico, quello che all'amministrazione comunale di Genova manca del tutto;grazie.
Giuseppe Barletta cittadino di una città non riconoscente