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sabato 9 aprile 2011

Forcella, faida a colori: sangue e pistole nei disegni degli alunni della «Durante»

Nella scuola dedicata ad Annalisa. «Le sparatorie sono passate, ma ci sentiamo ancora uccelli in gabbia»

TRATTO DA CORRIEREDELMEZZOGIORNO.IT

NAPOLI — Le porte della «gabbia» non sono più chiuse con il lucchetto, ma «gli uccellini» sono ben lontani dallo spiccare il volo. Torniamo alla scuola media Ristori-Annalisa Durante di Forcella il giorno dopo la messa in onda del servizio de Le Iene in cui i bambini si dicevano «terrorizzati» e costretti come uccellini in gabbia» perché appena poco tempo fa, nel quartiere, si era imposto un coprifuoco in seguito alle quotidiane sparatorie tra gruppi rivali di camorra, i Mazzarella e gli Stolder-Ferraiuolo. Una guerriglia tra i vicoli che ha anche spinto molte mamme a evitare di mandare i figli a scuola per alcune settimane. Ora va meglio, ma, dice una bimba, «mamma il pomeriggio ancora non mi fa uscire di casa» . «Il reportage è stato realizzato a inizio febbraio» , spiega la preside Fernanda Tuccillo, dalla cui denuncia è partito tutto, «quando la tensione era al culmine. Ora la situazione da quel punto di vista è migliorata, ma lavorare sulla paura degli alunni è un lavoro duro, che non finisce mai».

PISTOLE DISEGNATE - Temi e disegni, per tirare fuori ed esorcizzare le proprie ansie, per raccontare che «in questo quartiere non si può vivere una giornata senza sparare» , perché questo è davvero un luogo di guerra». E proprio come bambini che vivono in zona di guerra, la maggior parte di loro ha già assistito ad una sparatoria. «Io ho assistito a due omicidi» , ci racconta una bimba della V C, «quello di Annalisa

«IL SERVIZIO DELLE IENE? NON SERVE» - Alla mamma di Angelica, racconta la bimba, il servizio de Le Iene è piaciuto, «perché magari attira l’attenzione sul quartiere» , mentre i genitori che all’una aspettano i figli fuori scuola la pensano diversamente. «Secondo me non serve a niente parlare di queste cose» , dice una signora, che si affretta a precisare che suoi figli vanno alla Ristori-Durante, ma non sono di Forcella. La sua famiglia vive a Borgo Orefici «e lì mica si spara tutti i giorni» . Sarà, ma siamo a due passi di distanza, non in un’altra città. Un papà dice invece che «se la gente intervistata faceva finta di nulla non era per omertà, ma è perché da soli non si può fare nulla: e allora non è meglio che uno guarda ai fatti suoi?» .

VIGILI DESAPARECIDOS - E le forze dell’ordine? In un tema c’è scritto che «quando vedo la polizia mi sento tranquillo e li vorrei far stare sempre per tutto Forcella» ; Anna e Rosa scrivono invece che «non c’è molta protezione perché non c’è molta polizia» ; Arturo ed Emanuela vorrebbero «truppe speciali come la Protezione civile e l’esercito» . E poi c’è un bimbo piccolo piccolo, più dei suoi dieci anni, che quando stava in terza, in un esercizio, accostò l’aggettivo «infame » al sostantivo «carabinieri» . «Ora che è in quinta però ha cambiato idea» , dice la maestra cercando conferma nel suo sguardo, e anche lui ne sembra abbastanza convinto. «A febbraio c’era una volante della polizia che attraversava costantemente il quartiere» , dice la preside Tuccillo, «ma non è durato più di un mese. I vigili urbani, poi» , aggiunge la dirigente scolastica, «qui non li abbiamo mai visti e Forcella pullula, come sempre, di attività illegali: parcheggiatori abusivi, contrabbando, spaccio di droga in pieno giorno» .

LA PARROCCHIA HA CHIUSO I LABORATORI POMERIDIANI - Meglio allontanare i bambini dalla strada, dunque. Come da sei anni fa la Bottega delle meraviglie, laboratorio pomeridiano gestito dalla cooperativa Me-Ti in una casa confiscata al cugino omonimo dell’ex boss Luigi Giuliano, in vico Carbonari: doposcuola, teatro, laboratorio «espressivo» , per insegnare a 18 ragazzini tra i 9 e i 14 anni a tirare fuori le emozioni, con un bilancio che, racconta Enzo Miccio diMe-Ti, è «positivo nonostante le molte difficoltà» . Oltre alla Bottega c’è la ludoteca della scuola, mentre «la Piazza Annalisa Durante, spazio ricreativo del Comune» , racconta la preside, «ha problemi di agibilità a causa di perdite negli scarichi abusivi delle case confinanti» . Un grande vuoto nei pomeriggi dei bimbi di Forcella, poi, l’ha lasciato anche la chiesa: «Da quando don Luigi Merola è andato via» , dice ancora la Tuccillo, «si sono fermati anche i laboratori della parrocchia San Giorgio ai Mannesi: don Angelo, che l’ha sostituito, è un’ottima persona, ma la sua parrocchia funziona praticamente solo per le celebrazioni» .

Chiara Marasca
08 aprile 2011

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