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mercoledì 5 ottobre 2011

T-shirt: meglio morto che pentito. Così la mafia minaccia i traditori


L

e magliette con le scritte sono una moda assai datata ma sempre in voga. Ogni marchio fa la sua, le usano le star per farsi pubblicità o i calciatori per dedicare goal a fan o familiari. Ma la maglietta che in questi giorni ha guadagnato la vetrina di un negozio del centro di Castellammare di Stabia porta una scritta davvero inquietante: "Meglio morto che pentito". Tutto fuorché uno scherzo, la scritta pare un'inequivocabile messaggio mutuato dai codici camorristici. Soprattutto se si associa la t-shirt all'oscuro fatto di cronaca degli ultimi giorni.

Le minacce - La cittadella vesuviana infatti è la medesima in cui il clan D’Alessandro ha fatto irruzione nella redazione del quotidiano locale, Metropolis, ed ha intimidito gli edicolanti al fine di far scomparire tutte le copie e boicottare la diffusione. Tutto perchè il clan non aveva gradito la notizia in prima pagina 'Nozze in carcere del ras pentito' e non ha esitato a renderlo noto. Così la scritta sulla maglietta in bella vista nel centro cittadino non è affatto gogliardia ma esplicito messaggio intimidatorio

Le reazioni - Secondo il commissario regionale dei Verdi Francesco Emilio Borrelliesporre in pubblico ed in pieno giorno la maglietta risponde "ad un duplice significato: è un messaggio di forza alla città ma anche una sfida culturale di supremazia della camorra e delle sue regole nei confronti dello stato. Oggi sembra che sia la criminalità a governare in questa città più che le istituzioni, che invece appaiono deboli ed in ritirata.

È ora di risvegliare l' orgoglio stabiese contro questo sconcio". Interviene anche il consigliere comunale di centrodestra Antonio Sicignano chiede al sindaco Luigi Bobbio, ex pm, di emettere un'ordinanza per vietare "presunte pubblicità che violentano le menti dei nostri giovani. L'amministrazione comunale, anche ricorrendo al corpo dei vigili urbani, deve intervenire subito".





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