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venerdì 10 maggio 2013

Ecco perché sono in crisi le partecipate stabiesi


La crisi economica e gestionale in cui sono finite le partecipate stabiesi è la fotografia del decadimento di questa città. La situazione è attualmente molto grave, ed a breve potrebbe essere gravissima (forse anche più di gravissima!). E la cosa drammatica è che il 90 % dei candidati al consiglio comunale non ha proprio idea, sia di cosa sono le partecipate comunali, sia in che condizioni versano. E se penso che molti di questi candidati  potrebbero, malauguratamente, occupare una sedia in Consiglio Comunale sono terrorizzato da quello che può succedere, da qui a breve. Noi, è da anni che denunciamo come vengono malgestite le partecipate stabiesi e lo abbiamo fatto già in tempi remoti, quando al governo della città c’era la sinistra. Negli ultimi anni, poi, la situazione è nettamente peggiorata, tanto che a marzo 2012 abbiamo tenuto una conferenza stampa in cui, numeri alla mano, abbiamo lanciato l’allarme.  In quell’occasione, evidenziammo alla città il grave buco nero in cui si era infilata l’Amministrazione Comunale e dicemmo, a chiare lettere che, se non si sarebbe intervenuti immediatamente, le partecipate (ed in particolare le Terme) sarebbero, prima o poi, fallite. Proponemmo quindi, come soluzione urgente e tampone, – tra le tante cose - la creazione di una holding di tutte le partecipate e la nomina di un Amministratore Unico. Ma secondo voi come è stata accolta la nostra proposta?...Da quel giorno, nonostante l’unica nostra colpa è stata quella di fare una proposta, siamo stati presi “a bottigliate”, per dirla metaforicamente (ma non troppo metaforicamente). Ce ne sono successe di tutti i colori. L’ex sindaco sostenne, in particolare, nel comunicato stampa del 29 marzo 2012, che il nostro ”allarme era patetico”, che io avevo “un sosia a piede libero che, cercando il classico quarto d’ora di celebrità” mi esponeva “a una serie impressionante di figuracce”. Disse che io evocavo “inverosimili scenari apocalittici societari”, e che incredibilmente io sarei stato l’artefice del disastro perché quasi 12 anni fa, per breve periodo, ero stato membro del cda delle Terme. Disse poi che “le Terme, grazie al lavoro della sua Amministrazione, non falliranno”. Aggiunse che ero “come quei pc degli anni Ottanta, con una limitata capacità di memoria” e che sarei dovuto “correre in cartoleria per acquistare subito un’agenda da sfogliare nei momenti di dubbio o in occasione del prossimo comunicato stampa”, oppure sarei dovuto correre “immediatamente in commissariato a denunciare il mio sosia”. Bene, i fatti purtroppo hanno dimostrato chi è il vero pc rotto degli anni ’80! E le offese così come non ci toccarono in quel periodo, non ci sfiorano oggi. Il nostro auspicio è solo il futuro delle partecipate stabiesi, a cui è legato il futuro di questa città. Ognuno si assuma ora le sue responsabilità per quanto ha detto e per quanto ha fatto. Noi, su questo, siamo gli unici che possono camminare a testa alta e chiedere alla città di cambiare. La gente è stufa di vedere sempre i soliti teatrini e vuole dire basta, la gente vuole che oramai gli artefici del disastro se ne vadano a casa. Per farlo, bisogna sostenere le nostre iniziative. Le uniche che vogliono realmente cambiare le cose. Restituiamo al mittente le bottigliate (metaforicamente parlando)!

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