
Si!Penso che soprattutto e proprio ora è doloroso che ci sia tanta ambiguità in giro, che nessuno dica con fermezza che a Castellammare non debba più essere versato sangue come è successo per il consigliere Tommasino, che non deve più accadere l’attacco alle istituzioni come è successo a Castellammare, e mi dispiace quando vedo che questo è andato nel dimenticatoio o che qualcuno pensi addirittura che forse quella sorte l’ha cercata con le sue mani e che basta semplicemente tenersi fuori…
Mi dispiace che in questa corsa alla poltrona i più non dicano un No netto al diritto vitale di ogni cittadino di non cadere nelle reti di qualunque ricatto, mi dispiace che si sia dimenticato il dolore di un adolescente che si è visto uccidere il padre sotto i propri occhi e che non si dica con coraggio e fermezza che non deve più accadere, forse in questo momento c’è posto per il rammarico solo nel cuore di chi, stabiese, ha premuto quel grilletto rovinandosi ugualmente la vita. E’ così bello sentire che c’è chi afferma che il palazzo comunale deve diventare trasparente come un cristallo, ma non basta perché bisogna avere il coraggio di dire che non deve essere più la tomba per nessuno e per la stessa intera città come è avvenuto per Tommasino, e in questa corsa alle poltrone questa voce forte non si leva per Stabia!
Così come c’è chi dimentica gli occhi tristi dei bambini condannati ad essere figli di “chi ha sbagliato”, hanno diritto anche loro ad una chance, ad un riscatto della propria vita a poter sperare che questa condanna non resti stampata nel proprio DNA. E penso agli occhi tristi di alcuni miei alunni, bambini, a quel dolore che gli si legge dentro per avere il papà in carcere, a quella loro intelligenza grande che sa diventare colore, bellezza creativa dalle ali tarpate perché sa che è difficile spiccare il volo, quasi privati del diritto dell’innocenza infantile.
E un’affermazione come quella spessa esternata da Antonio Sicignano sulla coerenza, ha una valenza grandissima oggi per Stabia, è un’opportunità UNICA, e rappresenta l’innesco di una metanoia : un vero pensiero politico, una vera, grande scuola di politica! Dobbiamo anche saper essere la mano ferita sempre tesa al perdono ed al recupero della colpa sociale, perché così veramente recuperiamo noi stessi e la nostra città. E non ci sarà più una mano che preme addirittura il grilletto per versare altro sangue.
Dietro tutto questa riflessione piena di rammarico per il pensiero dilagante del non dire chiaramente NO, e restituire il sorriso agli occhi dei nostri bambini, c’è la speranza e l’attesa che Stabia tutta risorga e che passi questo governo che è stato segnato dal sangue, di cui forse solo Pippo Baudo si è ricordato, che passi quest’ondata cattiva, come un brutto temporale e che si possa respirare aria nuova come quando nasce l’autostima dentro un leone ferito, ed essere fieri del nome di stabiesi come quando siamo divenuti concittadini di Padre Pio per la consegna del nostro consiglio comunale (per idea ed iniziativa del consigliere Antonio Sicignano) della cittadinanza onoraria a fra Modestino , “il portinaio” di Padre Pio.
E chiudo con una poesia postuma di una donna, una nostra concittadina donna di grande cultura e sensibilità, Maria Donnarumma D’alessio che ho fatto leggere a scuola ai miei alunni ed incorniciare con i loro bellissimi colorati disegni :”Talitha Qum”
una voce femminile Maria Schettino
TALITHA QUM A Stabia
Sciogli dal sonno le pupille
immerse in oscure voragini
di pianto.
Stabia, tu non sei morta,
dormi.
D’ombre fasciata, immota stai
tra la marina cupa
e l’umida balza dei Lattari.
Versano le ferite del tramonto
rivoli di dolore sul tuo corpo.
Disperata la ronda dei gabbiani
reti di lutto tesse
sui tuoi fianchi.
Stabia.
Tu non sei morta, dormi.
L’ onda delle campane ti lambisce,
liquida cala per i colli al mare.
Dolce ricanta, dormi,
dormi,
tu non sei morta.
Sorgi, fanciulla, corri
all’azzurro lavacro,
torna in grembo
alla madre di pozzano:
il tramonto è aurora.
Digrada dalle selve del Faito,
pura in alvo d’argento,
fra smalti d’erbe e rive di narcisi,
fonte gentile
a dissetarti.
Sorgi, fanciulla,
stilla luce Oriente,
canta il campanile delle clarisse.
Già tutte le tue chiese
vibrano d’onde.
Talitha qum,
talitha qum,
Stabia.
Sorgi, domina aquarum,
luce chiarissima
inonda
la tua Pasqua
gloriosa.
da “Scintille di cuore”
autore: Maria Donnarumma D’Alessio
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