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giovedì 24 aprile 2008

RILANCIAMO L'ECONOMIA PER RICREARE FIDUCIA

Se è indubbio che la prima emergenza che il nuovo Governo dovrà fronteggiare non potrà che essere quella di una sicurezza del cittadino, che è ormai scesa al di sotto di ogni limite di sopportabilità, è altrettanto vero però che, per ridare fiducia ad un Paese che più sfiduciato di così oggi non potrebbe essere, occorre far leva su almeno due altri agenti stimolatori.
Il primo consiste in interventi di politica economica che consentano di creare le condizioni perché possa, da un lato, migliorare il potere di acquisto delle famiglie e, dall'altro, la produttività del sistema delle imprese.
Il secondo è quello di porre mano, nel più breve tempo possibile, a quelle riforme di carattere costituzionale che ormai sono anch'esse indispensabili per meglio strutturare quei mutamenti del sistema politico che, per volontà degli elettori, sono stati, in qualche modo, codificati nelle urne.
Ed è importante che Giulio Tremonti, ministro designato per l'economia, abbia ora sottolineato l'esigenza di una strategia che su questi due fronti non solo proceda in parallelo, ma coinvolga anche tutte le parti sociali, a partire dai sindacati il cui contributo, ha detto Tremonti, è indispensabile per superare una crisi che è più grave di quanto non si creda e che, a causa della recessione che ha colpito gli Stati Uniti e ora anche l'Europa, rischia di avere tempi lunghi e di creare, per il sempre più alto costo del petrolio e di cereali, sempre maggiori difficoltà ai mercati.
Serve dunque, da un lato, una strategia economica che non acuisca le conflittualità settoriali ("nessuno di noi, dice Tremonti, è ansioso di rivivere ima stagione di battaglie come quella dell'articolo 18") e, dall'altro, un confronto aperto con l'opposizione e con tutte le realtà locali che consenta di produrre riforme costituzionali che abbiano, nel paese, una larga area di consenso.
E che ora Tremonti insista sull'esigenza di procedere su questo doppio binario al punto da definire la nuova stagione politica come "una legislatura costituente" è sicuramente un approccio innovativo sul quale Parlamento e forze sociali dovrebbero cominciare subito a riflettere.
E questo perché - è il senso della proposta del ministro dell'economia - senza serie e finalmente concrete prospettive di rinnovamento del sistema, sarà assai difficile che famiglie ed imprese accettino di affrontare con spirito nuovo e con maggiore coraggio una situazione congiunturale che oggi si presenta assai difficile.

Michela Vittoria Brambilla

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