«Una lettera indirizzata al presidente dell’A.D.A (Associazione Diversamente Abili Italiani), Umberto Santaniello, per segnalare il caso di Castellammare di Stabia, città ad elevata disattenzione sociale». E’ una iniziativa di Antonio Sicignano (nella foto), presidente del Circolo della Libertà di Castellammare di Stabia e vicepresidente regionale del movimento della Brambilla. «Rappresenta un fatto inaccettabile – commenta Sicignano - la circostanza che Castellammare costituisca una delle città della Campania con il più elevato numero di barriere architettoniche. La scarsa attenzione – continua - riservata dalle istituzioni cittadine a detta tematica sociale emerge, in maniera evidente, da ciò che accade al Corso Vittorio Emanuele, altezza Banca Stabiese, dove vi è uno “scivolo” volto a facilitare l’ingresso sul marciapiede. Ebbene, molti cittadini mi hanno segnalato, che l’ingresso dello scivolo viene continuamente impedito dalle autovetture parcheggiate di fronte. Ma, la cosa più singolare è rappresentata dal fatto che spesso, alle lamentele di qualche cittadino, gli automobilisti eccepiscono che il parcheggio in tale punto non è vietato, tanto che è pure delimitato dalle strisce blu della sosta a pagamento. Cosa che è vera e che è stata segnalata più volte agli addetti, ma con scarso esito. Stesso discorso – continuna - accade in via Salvador Allende, adiacente all’ex INAM (struttura sanitaria pubblica), dove nello spazio riservato alla sosta delle persone diversamente abili, addirittura, vi sono dei cassonetti per i rifiuti. Per non parlare, poi, della pedana soleva persone che si trova al’ingresso dell’ex INAM, che versa in precarie condizioni, tanto che una parte di essa è legata con fil di ferro». Conclude Sicignano: «la tutela dei soggetti diversamente abili deve rivestire un ruolo di primo piano in ogni amministrazione comunale che si rispetti. Personalmente trovo singolare che Castellammare abbia un assessore con delega alla Pace nel mondo e non uno con delega alla tutela dei diritti dei cittadini diversamente abili. La delega generica per le pari opportunità si rivela riduttiva ed inefficace».
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