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domenica 20 settembre 2009

Castellammare - Conclusosi il 2° raduno degli Equipaggi di Nave Ardito


Sicignano (Cdl): «Un appello a Bassolino e Cesaro, per chiedere un aiuto nella ricerca dei fondi economici necessari per finanziare il progetto di recuperare il cacciatorpediniere Ardito, costruito nei cantieri navali stabiesi, e di trasformarlo in una nave museo sulle ricchezze del mare e dell’ingegneria navale»

CASTELLAMMARE DI STABIA. «Una lettera indirizzata ai presidenti della regione Campania, Antonio Bassolino, e della provincia di Napoli, Luigi Cesaro, per chiedere un aiuto nella ricerca dei fondi economici necessari per finanziare il progetto di recuperare il cacciatorpediniere Ardito, costruito nei cantieri navali stabiesi, e di trasformarlo in una nave museo sulle ricchezze del mare e dell’ingegneria navale» è l’iniziativa avanzata da Antonio Sicignano, vicepresidente dei Circoli della Libertà della Campania, e da Mario Ilardo, presidente dell’associazione marinai di Italia, a termine del 2° raduno degli equipaggi Nave Ardito tenutosi a Castellammare di Stabia e conclusosi oggi 20 settembre 2009.
«La nostra proposta –spiega il comandante Ilardi - prevede di recuperare il cacciatorpediniere Ardito, che attualmente è ancorato nel porto di La Spezia dopo essere andato in disarmo nel 2005, e di trasformarlo in una nave museo sulle ricchezze del mare e dell’ingegneria navale, che poi sarà destinato direttamente alla città di Castellammare di Stabia».
Dello stesso avviso Antonio Sicignano. «Con una lettera del 3-2-2009 (prot. n. 07), indirizzata dall’Ammiraglio di Divisione, Claudio Gaudiosi, ho ricevuto da parte dello Stato Maggiore della Marina, sia l’apprezzamento per l’ iniziativa e sia la disponibilità ad attivare la complessa procedura di trasformazione dell’ una unità navale in museo. Quello che manca attualmente è un adeguato stanziamento di fondi che permetta la messa in opera del progetto».
Conclude Sicignano: «poter avere una nave museo, per tutta la città di Castellammare, rappresenta una risorsa importante, da sfruttare sia come attrattiva turistica, che come antidoto contro la cronica disoccupazione. Per non parlare poi che senza una adeguata struttura museale si rischia di perdere tutto il patrimonio stabiese, realtivo al rapporto con il mare e agli sviluppi della cantieristica navale nostrana, che ha fatto scuola in tutto il continente»
Le foto:





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