Sicignano (Pdl): “Così facendo si mette una pietra tombale sull’imprenditoria della città”
CASTELLAMMARE DI STABIA. Imprenditori stabiesi contro l’amministrazione comunale. Una lettera firmata da 22 realtà imprenditoriali stabiesi, tra le più importanti del comprensorio, è stata recapitata in data 1 febbraio 2010 al protocollo comunale.
Scopo della missiva, scrivono gli imprenditori, tutti proprietari di aree che ricadono nella area nord della città, è di “far conoscere, con tutte le conseguenza pratiche e giuridiche che ne conseguono, che non aderiscono alla iniziativa del PIU EUROPA, ritenendola ancora una volta encomiabile per il lavoro e l’impegno politico profuso, ma priva di ogni significativa motivazione economica per i sottoscritti che sono chiamati ad operare”.
In realtà, al di là delle formule comprensibilmente moderate usate dagli esponenti dell’imprenditoria, ad essere oggetto delle lamentele degli stessi è il P.U.A., ovvero il Piano Urbanistico Attutivo, da elaborare nell’ambito del programma integrato Piu’ Europa e del Piano Casa, che dovrà essere votato nel prossimo consiglio comunale. Tale documento prevede, per tutti gli immobili ricadenti nella zona F6 (ovvero nella periferia Nord della città e precisamente in quella zona che va dalla caserma dei Carabinieri fino alla Marina di Stabia) una espropriazione di tutti gli immobili esistenti, con riduzione della volumetria al fine di favorire la decompressione dell’area.
Il tutto coordinato con la impossibilità di applicare alla medesima area le nuove norme del Piano Casa. Al fianco degli imprenditori e dei proprietari delle case è sceso in campo il consigliere comunale del Pdl, Antonio Sicignano, nonché vice presidente regionale dei Circoli della Libertà. «Per realizzare una pineta – spiega - vogliono espropriare alcune imprese stabiesi, come Ottone, Aprea Mare, Brancaccio, Barbella etc etc etc; oltre che molte abitazioni, tra cui il cosiddetto “palazzo dei tedeschi” ed anche il fabbricato dove è attualmente dimorata la Guardia di Finanza. Così facendo si perderanno 600 posti di lavoro e si mette una pietra tombale sull’imprenditoria della città. Per non parlare poi del deprezzamento che tali immobili subiranno dopo l’approvazione del Water Front: il giorno dopo chi vorrebbe vendere una delle abitazioni inserite nel piano non troverebbe alcun compratore.
Così anche gli imprenditori, non potranno più offrire i lori immobili per un eventuale mutuo o come garanzia di un’altra richiesta di finanziamento alle banche. E’ necessario, invece, agire in insieme ed unanimemente a tutti questi imprenditori, che hanno ancora il coraggio di investire in questa terra di camorra».
Quanto al piano casa, che si discuterà in consiglio insieme al Più Europa, aggiunge Sicignano. «E’ un provvedimento troppo debole, che non tiene conto della grave crisi occupazionale dei nostri giorni. Hanno previsto una limitazione in quella zona di Castellammare che più di ogni altra ha bisogno di tale normativa. Così facendo, la sinistra stabiese dimostra di avere un pregiudizio ideologico contro il piano casa ed hanno trovato questo stratagemma per impoverirne gli effetti. Con ciò, però, la sinistra dimostra ancora una volta di avere paura dello sviluppo e dell’incremento occupazionale»
CASTELLAMMARE DI STABIA. Imprenditori stabiesi contro l’amministrazione comunale. Una lettera firmata da 22 realtà imprenditoriali stabiesi, tra le più importanti del comprensorio, è stata recapitata in data 1 febbraio 2010 al protocollo comunale.
Scopo della missiva, scrivono gli imprenditori, tutti proprietari di aree che ricadono nella area nord della città, è di “far conoscere, con tutte le conseguenza pratiche e giuridiche che ne conseguono, che non aderiscono alla iniziativa del PIU EUROPA, ritenendola ancora una volta encomiabile per il lavoro e l’impegno politico profuso, ma priva di ogni significativa motivazione economica per i sottoscritti che sono chiamati ad operare”.
In realtà, al di là delle formule comprensibilmente moderate usate dagli esponenti dell’imprenditoria, ad essere oggetto delle lamentele degli stessi è il P.U.A., ovvero il Piano Urbanistico Attutivo, da elaborare nell’ambito del programma integrato Piu’ Europa e del Piano Casa, che dovrà essere votato nel prossimo consiglio comunale. Tale documento prevede, per tutti gli immobili ricadenti nella zona F6 (ovvero nella periferia Nord della città e precisamente in quella zona che va dalla caserma dei Carabinieri fino alla Marina di Stabia) una espropriazione di tutti gli immobili esistenti, con riduzione della volumetria al fine di favorire la decompressione dell’area.
Il tutto coordinato con la impossibilità di applicare alla medesima area le nuove norme del Piano Casa. Al fianco degli imprenditori e dei proprietari delle case è sceso in campo il consigliere comunale del Pdl, Antonio Sicignano, nonché vice presidente regionale dei Circoli della Libertà. «Per realizzare una pineta – spiega - vogliono espropriare alcune imprese stabiesi, come Ottone, Aprea Mare, Brancaccio, Barbella etc etc etc; oltre che molte abitazioni, tra cui il cosiddetto “palazzo dei tedeschi” ed anche il fabbricato dove è attualmente dimorata la Guardia di Finanza. Così facendo si perderanno 600 posti di lavoro e si mette una pietra tombale sull’imprenditoria della città. Per non parlare poi del deprezzamento che tali immobili subiranno dopo l’approvazione del Water Front: il giorno dopo chi vorrebbe vendere una delle abitazioni inserite nel piano non troverebbe alcun compratore.
Così anche gli imprenditori, non potranno più offrire i lori immobili per un eventuale mutuo o come garanzia di un’altra richiesta di finanziamento alle banche. E’ necessario, invece, agire in insieme ed unanimemente a tutti questi imprenditori, che hanno ancora il coraggio di investire in questa terra di camorra».
Quanto al piano casa, che si discuterà in consiglio insieme al Più Europa, aggiunge Sicignano. «E’ un provvedimento troppo debole, che non tiene conto della grave crisi occupazionale dei nostri giorni. Hanno previsto una limitazione in quella zona di Castellammare che più di ogni altra ha bisogno di tale normativa. Così facendo, la sinistra stabiese dimostra di avere un pregiudizio ideologico contro il piano casa ed hanno trovato questo stratagemma per impoverirne gli effetti. Con ciò, però, la sinistra dimostra ancora una volta di avere paura dello sviluppo e dell’incremento occupazionale»
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