In
occasione della festa dei lavoratori del 1° maggio mi è capitato di leggere l’iniziativa
promossa dal sindaco di Capannori, in provincia di Lucca. Per combattere la
difficile crisi lavorativa, in uno degli anni più tragici in termini dell’incremento
della disoccupazione, il sindaco ha proposto l’adozione di una «dote» ai
lavoratori disoccupati da portare all’azienda che li assume. Chi li assume riceverà tra i tre e i cinquemila euro e
nel caso in cui l’assunzione avvenga con un contratto di due anni, le quote
scenderanno rispettivamente a tremila e duemila euro, salvo essere integrate se
il contratto verrà convertito a tempo indeterminato. E se fosse questa la
strada giusta? e se fosse nell’azione dei sindaci la soluzione per risolvere o
alleviare la crisi? ….bene, mentre da un lato aspettiamo come andrà a finire l’iniziativa
del sindaco di Capannoni, dall’altro abbiamo la netta sensazione che non avremo
mai una risposta soddisfacente al medesimo interrogativo. Oggi i sindaci di
tutta Italia (ovviamente tranne qualcuno!) sono impegnati nel sistemare le partecipate, gli appalti, gli
amici degli amici e i “comparielli” vari; ciò, anche affidando a mò di
consulenze l’inaffidabile e tutto ciò che può essere esternalizzato e che
riguarda il denaro pubblico. E mentre a pagare sono sempre loro (i cittadini), dove
tra Tarsu e tasse varie si ha l’imbarazzo della scelta, l’unica soluzione che
sembra percorribile è l’abolizione dei comuni. E i sindacati che fanno? ...intanto ballano la fine
di gaia in piazza San Giovanni
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