La crisi economica
e gestionale in cui sono finite le partecipate stabiesi, l’abbiamo denunciata,
in ultimo, quasi un anno fa, ma siamo stati presi a “bottigliate”, e nemmeno
troppo “metaforicamente” parlando. Pertanto, è ora giunto il momento che
ognuno, in maniera seria, si assuma le proprie responsabilità, di quanto fatto
e di quanto detto, senza inutili scaricabarili. In realtà, è da anni che
denunciamo come vengono malgestite le partecipate stabiesi e lo abbiamo fatto
già in tempi remoti, quando al governo della città c’era la sinistra. Negli
ultimi anni, poi, la situazione è nettamente peggiorata, tanto che a marzo
scorso abbiamo tenuto una conferenza stampa in cui, numeri alla mano, abbiamo lanciato
l’allarme. In quell’occasione, evidenziammo alla città il grave buco nero in
cui si era infilata l’Amministrazione Comunale e dicemmo, a chiare lettere che,
se non si sarebbe intervenuti immediatamente, le partecipate (ed in particolare
le Terme) sarebbero, prima o poi, fallite. Proponemmo quindi, come soluzione
urgente e tampone, – tra le tante cose - la creazione di una holding di tutte
le partecipate e la nomina di un Amministratore Unico. Orbene, da quel giorno,
nonostante l’unica nostra colpa è stata quella di fare una proposta, siamo
stati presi “a bottigliate”, per dirla metaforicamente (ma non troppo
metaforicamente) e ce ne sono successe di tutti i colori. L’attuale sindaco sostenne, in
particolare, nel comunicato stampa del 29 marzo 2012 che il nostro ”allarme era
patetico”, che io avevo “un sosia a piede libero che, cercando il classico
quarto d’ora di celebrità” mi esponeva “a una serie impressionante di figuracce”. Disse che io evocavo “inverosimili scenari apocalittici societari”, che
incredibilmente io sarei stato l’artefice del disastro perché quasi 12 anni fa,
per breve periodo, ero stato membro del cda delle Terme. Disse poi che “le
Terme, grazie al lavoro della sua Amministrazione, non falliranno”. Aggiunse
che ero “come quei pc degli anni Ottanta, con una limitata capacità di memoria”
e che sarei dovuto “correre in cartoleria per acquistare subito un’agenda da
sfogliare nei momenti di dubbio o in occasione del prossimo comunicato stampa”,
oppure sarei dovuto correre “immediatamente in commissariato a denunciare il mio
sosia” Bene, le offese così come non ci
toccarono in quel periodo, non ci sfiorano oggi. Il nostro auspicio è solo che
ognuno si assuma ora le sue responsabilità per quanto ha detto e per quanto ha
fatto. Noi, su questo, siamo gli unici che possono camminare a testa alta e
chiedere alla città di cambiare. La gente è stufa di vedere sempre i soliti
teatrini e vuole dire basta, la gente vuole che oramai tutti i politici stabiesi
se ne vadano a casa
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