“Per amore del mio popolo non
tacerò”. Così iniziava un messaggio di denuncia contro la camorra che don
Peppino Diana, parroco di Casal di Principe, nel 1991 diffondeva in gran parte
delle parrocchie del casertano. Un messaggio forte, deciso e pungente che così
continuava “la camorra oggi è una forma di terrorismo che incute paura, impone
le sue leggi e tenta di diventare componente endemica nella società campana. I
camorristi impongono con la violenza, armi in pugno, regole inaccettabili”. Tutti
ricordiamo come è finita: don Peppino fu ucciso dalla Camorra e poi diffamato
su una “certa” stampa, che non esitò a paventare, quale movente dell’omicidio,
l’esistenza di presunte storie di amore. Nulla di più falso!. Don Peppino sfidò
la camorra, e lo fece perché, per amore del suo popolo, non poteva più tacere;
lui non coltivava particolari interessi pubblici o politici (o chissà cosa!). Non
era un magistrato, un poliziotto, un sindaco, un consigliere o un rappresentante
di qualche Pubblica Amministrazione. Lui era un parroco, che si era semplicemente
accorto che l’amore verso il suo popolo era incompatibile con il silenzio. O
decideva di amare il popolo o taceva. Scelse la prima, scelse di amare e
lo fece mettendo in gioco la sua vita terrena e la sua onorabilità. Ebbene, oggi,
in occasione della festa di San Giuseppe, ci sarà una manifestazione in suo
ricordo. Già immaginiamo le passerelle che si consumeranno ad opera della
politica campana. Ma noi ci chiediamo: quanti politici oggi tacciono?....quanti
politici hanno dimenticato l'amore verso il loro popolo?....quanti politici, tra l’amore verso il popolo, e il tacere hanno scelto la seconda soluzione?....Caro
Presidente Caldoro in consiglio regionale della Campania giace da tempo una proposta
di legge antiracket. Cosa aspettiamo ancora?... per amore del nostro popolo,
basta tacere!
cdlstabia@libero.it
cdlstabia@libero.it
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