“Siamo l’unica città del mondo, con una crisi occupazionale assurda, che anziché incentivare l’impresa, la combatte in ogni modo”.
CASTELLAMMARE DI STABIA. «No ad escamotage che permettono di approvare provvedimenti importantissimi, come il Water Front e le modifiche al Piano Casa, senza una maggioranza» è quanto sostiene Antonio Sicignano, consigliere comunale del Pdl e vicepresidente dei Circoli della Libertà della Campania, in relazione al consiglio comunale convocato, in seconda convocazione, per la mattinata del 6 febbraio.
«Il Consiglio Comunale riunito in seconda convocazione - spiega Sicignano - opera una deroga alle consuete disposizioni in tema di maggioranze e permette l’approvazione di provvedimenti con un numero minore di voti. E’ necessario, tuttavia, che tale strumento, che serve solo per evitare un impasse amministrativa, non diventi un escamotage per far approvare provvedimenti, che altrimenti in prima convocazione non sarebbero passati, perché privi del consenso necessario.
Per questi motivi, questioni di opportunità politica, ma anche di democrazia, impongono che alcuni argomenti più sensibili non vengano approvati in seconda convocazione. Ciò, per evitare che una piccola minoranza possa poi decidere sul futuro di tutti. Di conseguenza, nel consiglio comunale di domani chiederemo che, come avvenuto con riferimento alla vicenda Terme, anche i provvedimenti sul MasterPlan e Piano Casa siano discussi in una riunione di prima convocazione».
In tal senso indurrebbe anche il regolamento comunale. «Senza considerare poi - aggiunge Sicignano - che l’art. 51 del regolamento comunale prevede che non possono essere discussi e deliberati, se non vi è la partecipazione della metà dei consiglieri, gli atti inerenti i programmi di opere pubbliche. Ed in questo caso, è oltremodo evidente che il PUC rappresenti un atto quantomeno equipollente a quest’ultimo».
Altrimenti dimissioni cumulative. «Se ciò non dovesse passare lancio un appello a tutti i consiglieri comunali di opposizione affinché ci siano dimissioni cumulative per bloccare i prossimi consigli comunali e per protestare contro gli atteggiamenti antidemocratici del Primo Cittadino, che ad 1 mese dalle elezioni vuole far passare importanti provvedimenti contro l’economia della città. Purtroppo una sola dimissione non basta per bloccare i lavori»
Conclude Sicignano: «qua non è in questione se deve comandare la politica o gli imprenditori, ma il fatto che siamo l’unica città del mondo, con una crisi occupazionale assurda, con giovani che sono costretti a lavorare in nero e per quattro soldi, che anziché incentivare l’impresa, la combatte in ogni modo».
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